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La tecnologia in ristorante

Creare esperienze nuove

di-paola.jpgDi tecnologia e ristorazione parliamo con Domenico Di Paola (www.arspot.it) che, ci racconta, durante gli anni di Università ha lavorato come pizzaiolo nei mesi estivi. Domenico ha esperienza sia del mercato italiano che tedesco, avendo creato un’App per la Scuola tedesca Pizza Schule, capeggiata da Umberto Napolitano.

Secondo te le nuove tecnologie sono ben recepite dai ristoratori?
«Io direi che la ristorazione è ancora chiusa alla tecnologia, soprattutto se parliamo di piccoli locali. Tuttavia, ci sono due fattori che danno prospettive incoraggianti, da qui a 10 anni. Da una parte l’esempio positivo che danno le catene di ristorazione e i locali di alto rango, tra cui anche i ristoranti interni alle strutture alberghiere. Sono realtà che hanno un assetto manageriale attento all’innovazione tecnologica e al marketing, e di sicuro creano una “cultura” in tal senso. Dall’altra parte abbiamo le nuove generazioni che affiancano e affiancheranno, o sostituiranno le vecchie leve dei gestori. Sono i nativi digitali, i nati e cresciuti con Internet, il web, il pc, e lo smartphone».

Che valore aggiunto dà la tecnologia?
«Oggi la ristorazione ha come trend quello di far vivere delle “esperienze” sensoriali e sociali, non si parla più di “mangiare” e basta. In tal senso immaginate di avere un menu con QR Code, magari colorati e belli; potete puntare il QR Code con uno smartphone e siete introdotti nel web, dove scoprire la ricetta che state per degustare, l’abbinamento, la storia del locale, la storia dello chef. La cucina del locale si apre al cliente tramite contenuti multimediali, immagini, video. Oppure immaginate l’Augmented Reality. Punto il menu e vedo in 3D il piatto che sto per mangiare».

dipaola-2.jpgÈ anche un modo per “coprire le attese”, no?
«Certo, ma è molto di più; non solo aiuta a rendere “piene” le attese della comanda o del piatto, ma soddisfa il bisogno crescente di informazioni aggiuntive del cliente moderno. Non tutti i locali hanno camerieri “preparati” su piatti, vini, ecc. In questo modo si informa e si crea “esperienza” gastronomica».

Altri vantaggi?
«Economici. Pensate a dei menu-tablet: crei un self service vero e proprio e permetti al cliente di scegliere cosa mangiare direttamente sul tablet, al tavolo. La comanda va in automatico poi alle cucine. È un modo anche per ridurre costi sul personale. O ancora pensate alla facilità con cui si può cambiare un menu che non è stampato: hai un menu multi lingua per i clienti stranieri, cambi il menu in base alla stagione… insomma, tanta flessibilità che la carta non può dare».


24/01/2014

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